Il grande dilemma delle tlc spagnole: o si fanno giganti o se le mangia la Cina

Il settore europeo delle telecomunicazioni si trova di fronte a un cambiamento strategico, con la consolidazione che sta diventando una necessità piuttosto che un tabù normativo. La recente conferma da parte di Orange della sua capacità di acquisire simultaneamente una partecipazione del 50% in Masorange e asset da Altice in Francia segnala questa tendenza. Questa mossa, seppur significativa, è vista positivamente dal mercato, in netto contrasto con la reazione di soli cinque anni fa. Il direttore finanziario di Orange, Laurent Martínez, ha dichiarato che queste acquisizioni sono fattibili mantenendo al contempo come priorità assoluta i rendimenti per gli azionisti. La strategia di Orange in Francia si concentra sull'acquisizione di clienti e spettro, non di infrastrutture ridondanti, evidenziando i guadagni di efficienza che guidano queste consolidazioni. Nel frattempo, in Spagna, l'accordo tra gli azionisti di Masorange attualmente restringe qualsiasi mossa importante fino ad aprile 2026. Questo cambiamento ha implicazioni più ampie per la sovranità digitale europea, poiché il frammentato mercato delle telecomunicazioni del continente fatica a competere a livello globale. L'Europa ha un numero significativamente più alto di operatori importanti rispetto a Stati Uniti e Cina, il che porta a margini compressi e investimenti insufficienti. Questa dinamica ha portato a un calo del 41% della capitalizzazione di mercato del settore tra il 2015 e il 2023, sottolineando l'urgenza del cambiamento. L'Unione Europea sembra stia cambiando la sua posizione sulle fusioni dopo anni di regolamenti antitrust, segnalando potenzialmente un perno strategico per rafforzare il suo settore delle telecomunicazioni. Questo cambiamento di approccio è fondamentale per la competitività a lungo termine delle aziende europee di telecomunicazioni.